Ra Barca, eseguita a Baiardo è, senza dubbio, la festa popolare più antica del Ponente. La
storia trae spunto da una tragedia che pare abbia colpito la famiglia nobile del paese. La figlia
del conte si innamora di un marinaio pisano
giunto nei boschi del luogo per tagliare il legname necessario alla costruzione
della flotta imperiale di Federico II il quale, nel 1241, batté alla Meloria
l’armata della Repubblica di Genova. Quando il marinaio, terminato il lavoro, deve partire, la
ragazza vorrebbe seguire la nave ovvero “’ra barca”, ma il padre, che è contrario a questo
amore, non esita a far mozzare il capo alla figlia, e a esporlo sulla piazza pubblica, come
monito.
Il canto accompagnava le celebrazioni del Maggio, per l’arrivo della primavera e, da quando è
sorto, ha sostituito canti più antichi. Nell’ambito della tradizione, oggi ampiamente ripresa; per la
festa veniva innalzato, in mezzo alla piazza, l’albero della primavera, l’abete più alto e grosso,
che i giovani del paese avevano ricavato dai boschi comunali e, intorno ad esso, si svolgevano
le danze.
I simboli laici dell’albero e della danza, nel corso dei secoli, si sono fusi con la grande festività
della Pentecoste, dandoci in Bajardo un esempio della cristianizzazione dei riti pagani, con una
perfetta conservazione della simbologia originaria.
La danza si svolge, ancora oggi, nel pomeriggio della domenica di Pentecoste quando l’intero
paese scende in piazza a “girà ‘ra barca”: tutti tenendosi per mano girano in senso orario e
antiorario intorno all’albero, che è sempre più alto di venti metri, intonando il lungo canto che si
compone di diverse parti: “a sturieta, l’idiliu, u lamentu, u drama, a fin, e a cua”.
Ogni parte ha un ritmo ed una musica propri, rievoca la triste storia in cui si alternano momenti
di speranza, di elegia e di dolore, sino a giungere al dramma finale.
In passato, al termine della festa, veniva offerto un pranzo ai poveri, mentre l’albero era venduto
all’asta, ed i soldi ricavati servivano per il priorato della Pentecoste. L’offerta dei pani e dei frutti
della terra ai poveri era curata dalla confraternita dello Spirito Santo che, secondo la tradizione
tramandata, pare sia stata depositaria del lascito della famiglia comitale, dopo la sua estinzione.
Anche questa tradizione è stata conservata: agli abitanti del paese e agli ospiti la Pro Loco di
Bajardo offre uno spuntino con cibi locali tipici.

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Canzone ‘Ra Barca

Fonte: https://www.cumpagniadiventemigliusi.it/vecchiosito/Tradizioni_Intemelie/Barca-testo-spartito.htm

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